La Spezia e il Liberty

Nel 1903 si svolge a Torino l’Esposizione Universale che segna la nascita dello stile Liberty in Italia. Espressione di una poetica che abbraccia tutte le Arti e ha origine nel pensiero modernista di William Morris (1834-1896), il nome deriva dal grande magazzino londinese di Arthur Liberty, che per la prima volta mostrava al pubblico italiano le innovazioni dell’artigianato moderno proprio all’esposizione di Torino.

La Spezia, a cavallo tra ‘800 e ‘900, vive un pieno sviluppo economico: dopo l’apertura dell’Arsenale Militare, nel 1869, la città muta radicalmente il suo aspetto anche dal punto di vista urbanistico e la scena artistica si aggiorna sulle nuove tendenze.
Una delle caratteristiche che contraddistinguono il Liberty spezzino è quella di essersi diffuso per la prima volta in un quartiere operaio, il cosiddetto “quartiere Umbertino” voluto dal re Umberto I per alloggiare i lavoratori provenienti da tutta Italia, costruito in tempi record tra il 1885 e il 1889.

Se da un lato la nuova borghesia, composta da imprenditori e industriali, costruiva villini e residenze private sulle colline affacciate sul Golfo, nel centro storico si abbellivano piazze e giardini con arredi in ferro battuto e ghisa, materiali prediletti dai progettisti del periodo.
La vita sociale si svolgeva nei caffè, a passeggio sotto i portici di via Chiodo o nei giardini dove si allestivano feste e venivano organizzati concerti. Molto frequentati erano i teatri come il Trianon di via Manzoni, oggi non più visitabile ma che nel 1907, quando fu progettato da Vincenzo Bacigalupi,  era uno delle sale più eleganti della città, con lampioni sorretti da figure femminili e affreschi

Nel pieno fermento dello sviluppo economico, la città di inizio secolo, guardava con serenità al futuro.
Attratti dalle possibilità lavorative giunsero artisti, artigiani e progettisti che furono gli artefici della Spezia di primo Novecento.
Si trattava di geometri e ingegneri che avevano studiato nei grandi centri italiani ed erano aggiornati sulle innovazioni tecniche e stilistiche. Vincenzo Bacigalupi e suo figlio Gino furono tra i più prolifici progettisti insieme ai costruttori Zanazzo, Sabatini e all’impresa di Nino Ferrari.

Sulla scena locale si definiranno anche personalità ecclettiche in grado di soddisfare le esigenze più disparate della committenza, come Franco Oliva (1885-1952), poliedrico progettista che sempre lavorava con lo scultore Augusto Magli (1890-1962), artefici insieme delle opere più innovative del panorama locale a cavallo tra Liberty e Decò.
Tra gli scultori Angiolo Del Santo (1882-1938), allievo del Bistolfi, fu colui che meglio di altri riuscì a interpretare il gusto Liberty. Esisteva poi un ampio substrato di artigiani, a cui dobbiamo la realizzazione materiale delle decorazioni, i cui disegni venivano forniti dai progettisti.

Uno dei più attivi e conosciuti in città fu Adolfo Boletto, piastrellista artefice dei più bei pavimenti che troviamo ancora in alcuni atri e appartamenti, divenuto talmente ricco da costruirsi un grande palazzo in Piazza Verdi.
Erano molti i pittori e decoratori che operavano in città, tra i quali Cesare Lari, il grande pittore spezzino Felice Del Santo, Luigi e Cesare Agretti autori dei più interessanti esempi pittorici, tra cui gli affreschi della Stazione Centrale.

Indirizzo

La Spezia

Curiosità

La città era del tutto immersa nello spirito della Belle Époque, la cui illusione verrà spazzata via dalla Prima Guerra Mondiale, anche se il Liberty alla Spezia sarà protagonista della scena artistica fino agli anni ’30, convivendo con altri stili più moderni.
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